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SEE SIGNS

di Vittoria Amati

A cura di Federica Cerami

“See signs” è un invito a lasciarsi andare ad una coinvolgente esperienza sinestetica.
Le immagini di Vittoria Amati raccontano, infatti, le incredibili forme ed i colori delle profondità del mare ad una distanza così ravvicinata e con uno sguardo così attento da generare un immediato desiderio di sentirne l’odore ed una conseguente necessità di toccarle.
Questo percorso marino parte da immagini riconoscibili e facilmente assimilabili a elementi noti: pesci, alghe e coralli, fino a svilupparsi in altre forme e colori che portano lo spettatore a perdersi intrecciando l’esperienza del visibile con quella dell’onirico.
Il fascino delle immagini di questo percorso è nella restituzione di altre immagini di un altro spazio in un vissuto a metà strada tra il reale e l’immaginato.
Da uno scatto visto e costruito negli abissi dei mari indonesiani, il flusso dei pensieri fotografati termina in una successiva elaborazione digitale che ne delinea i tratti fantastici.
Siamo costantemente posti di fronte ad un bivio: scegliere di guardare distrattamente oppure entrare nelle nostre visioni per arricchirci di una nuova esperienza sensoriale.
Helmut Newton sosteneva che l’arte della fotografia è generata da tre azioni:
Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare.
Abbandonate ogni forma di resistenza così che la scoperta, l’emozione e la cattura saranno parte attiva del vostro percorso all’interno delle immagini.
Così come qualcuno ha detto che le poesie sono di chi le legge, ritengo che la fotografia appartenga molto a chi la guarda ed in tal senso facilmente può diventare reale il pensiero della fotografa Margaret Bourke-White:
“Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che solo tu puoi trovare perchè, (oltre ad essere fotografo) sei un essere umano un po’ speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto”.