Partendo da un lavoro di Erik Kassel, di ben 6 anni fa, ragiono sul valore che diamo e che togliamo alle nostre fotografie: non più momenti di riflessione o di studio, ma spesso degli ordinari attestati di presenza.
C’ero in quel luogo, quel giorno e ho mangiato quel piatto ed ero con quella compagnia…….dopo un soffio di vento serve una nuova fotografia perchè nulla deve restare e tutto deve freneticamente modificarsi in questo vortice di immagini nelle quali non è più importante riconoscersi.
(Erik Kessels, 24 Hours in Photography. Installation at Foam Amsterdam, 2011)