Ieri pomeriggio, terminato il laboratorio con i detenuti di Poggioreale, Valentina Penta ed io ci siamo prese una piccola pausa di riflessione e lentamente abbiamo messo a fuoco la meraviglia del nostro lavoro.
E’ stato incredibile lo scambio continuo di pensieri ed emozioni che ieri c’è stato tra loro e noi per tutta la durata dell’incontro: siamo stati finalmente un gruppo.
Non entro nel dettaglio dei piccoli grandi accadimenti delle 3 ore che ieri abbiamo passato insieme, mi viene solo insistentemente da pensare a due grandi caratteristiche…tra le tante…che un arteterapeuta ed uno psicoterapeuta dovrebbe avere sempre a portata di mano: la sospensione del giudizio ed il contatto empatico con le emozioni ed i dolori altrui.
Sospendere il giudizio: di fronte a te hai un uomo con tutto il suo carico di dolore, ed è con quello che devi avere a che fare….tutto il resto non spetta a te.
Il contatto empatico: prova a toccare prima di tutto il tuo dolore, a riconoscerlo, a farci amicizia, ed a sentirne quasi l’odore; quando ti troverai di fronte agli altri sarai aperta e naturale e gli altri lo sentiranno.
Io non sono il Signor Wolf, io non risolvo problemi (Pulp Fiction), io provo a creare connessioni ed a trasformare, attraverso lo strumento artistico, un vissuto difficile in una consapevolezza e, se il tempo e le contingenze me lo permettono, anche in una strada verso il benessere.
Termino queste mie riflessioni con una ultima considerazione: un plauso alla magica sintonia che ho con la mia cara amica/collega.
