Guardo tante storie fotografiche e penso spesso alla paura che prende a chi si esprime con uno strumento d’arte, di ritrovarsi da solo nel bosco dopo aver messo in pubblica piazza i propri racconti.
Si fotografa tanto e tutto ed in particolar modo si fotografa assecondando il gusto comune che non chiede mai alcun turbamento.
E’ proprio questo il senso che vogliamo dare al nostro lavoro di fotografi?
Proviamo ad aprire il cuore ed a sentire tutta l’aria che ci passa dentro ed a raccontare tutto quello che abbiamo visto.
Sarà questo racconto che vi aiuterà a venirne fuori perchè trasformerà , come dicono i buddisti, il veleno in medicina.
Rileggo la breve novella: “l’avventura di un fotografo” di Italo Calvino (1970) ed oggi trovo nuovi spunti di riflessione. È la storia del giovane Antonio Paraggi che vive con la fotografia un rapporto intenso e conflittuale, così forte ed a tratti compulsivo che finisce con il perdersi al suo interno e trovare il suo senso nella cancellazione dell’oggetto fotografia. Un tempo mi spaventavano le riflessioni che Calvino faceva fare al suo personaggio fotoamatore. Oggi mi è piaciuto molto perdermi tra i suoi ed i miei pensieri. Se decido di costruire un racconto fotografico come mi oriento? Se voglio parlare del mio mondo interiore attraverso le mie fotografie che decisioni prendo? Mi sto veramente ascoltando o mi ritrovo passivamente ad assecondare il gusto estetico del momento? Ci vuole coraggio a nuotare controcorrente..ma se è lì che si proiettano tutti i singoli frammenti della mia persona…io devo dare voce a questi segni. Non posso coprire la mia anima con una affannosa ricerca di elementi di bellezza che non rispecchiano le mie paure o i miei dolori. Cos’è questo timore che non ci fa mai uscire allo scoperto? Non amo più la fotografia rassicurante che si presenta bene e mostra le sagome vuote di una vita che non ci appartiene. Se è vero che “la fotografia è l’autoritratto del fotografo”….voglio vedere il fotografo ancor prima dei segni della sua luce….voglio vedere la sua verità senza filtri.