Frammenti: Egitto, Palestina

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Frammenti: Egitto/Palestina

Fotografie di Matteo Peirone
A cura di Federica Cerami

Frammenti: Egitto/Palestina è un diario di viaggio emozionale.
Non siamo in un reportage inteso nel senso stretto del termine ma in una vivida trasposizione di forti sentimenti di chi ha visto una realtà dell’altra riva del Mediterraneo ed ha deciso di mostrarla a noi in una ricca ed articolata narrazione per immagini.
Matteo Peirone nei suoi viaggi in Egitto ed in Palestina, nel suo lento e progressivo innamorarsi di queste terre a noi troppo lontane e spesso poco conosciute, si è animato dal desiderio di raccontarci una quotidianeità locale che non fa notizia sui media e che per questo non valica mai le mura di quei luoghi.
Sono immagini che parlano di persone semplici all’interno di una vita fatta di piccoli gesti e di poetici desideri; immagini viste negli occhi di chi non non ha il potere di prendere decisioni forti per il paese ma che queste decisioni invece le subisce nel silenzio della sua misera in un silenzio interrotto solo dai giochi vivaci dei bambini o dalle voci dei mercati.
Questo è un viaggio che nel suo svolgersi ha rinforzato convizioni e mosso gli animi fino a trasportarci tutti in questo mondo di cui spesso ignoriamo tante verità e farci sentire partecipi dei sogni e delle piccole felicità dei loro popoli.
Abbiamo davanti a noi immagini che ci spronano a vedere sempre oltre il visibile.
José Saramago in “Viaggio in Portogallo” scrive:
“il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.”
E per fare in modo che da questo viaggio si ritorni a casa con un bagaglio ricco di nuove scoperte da condividere con le immagini, Henri Cartier-Bresson sostenevava in tal senso: “E’ necessario sentirsi coinvolti in quello che si ritaglia attraverso il mirino.
Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un fatto e l’organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che esprimono e significano quel fatto. E’ mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore. E’ un modo di vivere”.