Frammenti scomposti disseminati lungo le lenzuola: ogni mattina è questa la scena che appare ai miei occhi.
Frammenti scomposti: un giorno ho deciso che avrei convissuto con queste mie imperfezioni, senza dissipare altre energie.
Anche nel dolore si manifesta la bellezza, quando i sensi sono allertati e il rumore di fondo è silenziato.
La dannazione della solitudine, questa eterna condanna emessa da un tribunale silenzioso e assente, può diventare altro, ogni volta che la faccio scorrere tra le mie dita.
E’ nelle mani che passa la saggezza che mi traghetta da una sponda all’altra del fiume.
E’ con le mani che costruisco storie meravigliose nelle quali vado a rifugiarmi ogni volta che il cielo si riempie di nuvole minacciose.
Dentro le mie storie, di parole e immagini, mi alzo da quel letto ed esco da quella stanza che ha registrato tutti i miei silenzi.
Nei miei frammenti, ogni giorno diversi, si affacciano nuovi punti di vista dai quali tirare fuori piccoli pezzi di determinazione.
Il cuore vicino agli occhi e le mani vicine alla bocca: è così che talvolta sogno me stessa per fotografare, con la dovuta e surreale precisione, la mia nuova immagine emotiva.
Vivo con quel che c’è, provando a riprendermi i pezzi che ogni tanto cadono per terra e sforzandomi di non guardare verso quel che non c’è più o che non c’è mai stato.