Stamane, nel laboratorio di fotografia terapeutica che Valentina Penta ed io stiamo portando avanti nel carcere di Poggioreale, abbiamo realizzato un gran bel lavoro che ha lasciato in tutti noi molta voglia di continuare a parlare e ad interrogarci. Stiamo lavorando sul tema dell’autoritratto partendo dall’ascolto di sé e lentamente il nostro gruppo sta mollando le ultime resistenze legate ad una idea di apertura vista come un temibile segno di debolezza. Il passaggio che abbiamo fatto oggi lo abbiamo centrato all’ascolto dell’altro attraverso il “gioco” dell’intervista doppia alla quale è seguita una sessione fotografica di coppia. Lo scopo di questo lavoro è di cercare di imparare ad ascoltarsi ed accogliersi reciprocamente. Abbiamo lavorato fotograficamente su due tempi: il passato ed il futuro. È stato molto forte l’impatto di questo lavoro che ha tirato fuori molti tristi punti in comune tra di loro, legati ad una enorme difficoltà a pensare di poter progettare la vita. Mi viene in mente una frase di Danilo Dolci: ognuno cresce solo se sognato.